Da un verso di Marina Cvetaeva.
Esiste in natura un’attrazione opposta a quella terrestre,
Marina l’ha scoperta e l’ha detta celeste.
Per la leggenda, Newton si accorse della gravità
colto di precisione da una mela
e non gli venne in capo la forza di bellezza
che aveva spinto il frutto sopra l’albero,
scatti di linfa, clorofilla, luce.
Ci voleva Marina a nominarla.
L’attrazione celeste sbalza le catene montuose, suscita le maree,
spinge l’albero in su, il fuoco a sollevarsi,
una corrente d’aria a risalire una parete al sole.
Sta nell’alpinista e nei disegni di Leonardo,
nelle preghiere e nelle serenate, nell’astronomo,
nel moribondo, nel lievito, nel mosto,
nella gola del lupo, nelle ossa del piede,
nell’eruzione di un vulcano e nella mongolfiera,
in un grido di pena, nel lancio di un cappello.
Erri De Luca